Alleniamoci giornalmente al valore della donazione

L'esperienza professionale e di vita di Katia Rossi, infermiera della Direzione Medica Ospedaliera e del Coordinamento Ospedaliero Trapianti della Aulss 7 Pedemontana.

Sono Katia, infermiera della Direzione Medica Ospedaliera e del Coordinamento Ospedaliero Trapianti della Aulss 7 Pedemontana. Dopo molti anni trascorsi in terapia intensiva di Rianimazione sono giunta a seguire le donazioni, in particolare quelle dei tessuti.  La donazione di organi crea sempre molto interesse, fa sempre molta notizia un trapianto di cuore o di un fegato donato o ricevuto. Questo è un processo molto impegnativo e richiede il coinvolgimento di molte figure professionali e di luoghi particolari come la terapia intensiva e la sala operatoria.

Per donazione di tessuti si intendono donazione di cornee o di bulbi oculari, di pelle, vasi sanguigni, parti di osso, valvole cardiache e, non da ultimo, la donazione da vivente es: safene e placente. La donazione dei tessuti ha un percorso più autonomo, ed è l’infermiere del coordinamento ospedaliero che segue e sviluppa il processo. Abbiamo iniziato lo scorso dicembre la raccolta delle placente da taglio cesareo programmato e questo progetto ci ha dato molta gioia, le neo mamme donano volentieri sapendo che le membrane amniotiche hanno un effetto curativo e antidolorifico quasi miracoloso.

Parlare di donazione ai familiari che stanno vivendo la perdita del proprio caro non è cosa facile, ci vuole un percorso formativo, una certa sensibilità e anche un poco di coraggio. Nel mio vissuto la donazione era già presente nella mia casa e nel mio cuore. Molti anni fa mio marito aveva accolto l’opportunità di donare le cornee del suo amato padre scomparso prematuramente e in maniera improvvisa, lasciando un vuoto immenso nella nostra famiglia; per me mio suocero era come un padre, e avevo visto questo evento come un seme gettato su terreno buono dove poteva dare molto frutto.

Poi nel 2012 mio figlio Matteo ha subito un grave incidente in montagna e dopo 2 anni di riabilitazione e due interventi chirurgici ha ricevuto la donazione dei tendini crociati e collaterali di entrambe le ginocchia, poiché non riusciva a rimanere in piedi e svolgere una normale attività di vita come camminare. Sicuramente è stato fortunato, poteva andare anche peggio, ma l’intervento di ricostruzione gli ha dato la possibilità di riprendere in mano la propria vita professionale ed umana creando la sua famiglia con Mirka, allietata dalla nascita di due splendidi bambini.

Tutto questo è stato possibile data la generosità di molte persone e famiglie che accolgono la possibilità di donare, in circostanze straordinarie della loro vita.

Non è per me facile telefonare a queste persone, entrare nelle loro vite non conoscendo nulla di loro e fare la proposta di donazione. Cerco di farlo con doveroso rispetto e delicatezza, spesso rimangono stupite di quello che propongo loro.

In tutto questo sono sostenuta dalla rete di Banche (Banca Occhi di Mestre e Banca Tessuti di Treviso) e dal Coordinamento Regionale Trapianti di Padova, che ci indicano il modo migliore di seguire il percorso della donazione con l’apprendimento di conoscenze e procedure da seguire. Loro per me sono il filo di Arianna, mi sostengono e mi incoraggiano sempre in questo delicato compito, in particolare Gabriella del coordinamento di Vicenza.

Vorrei concludere con questa riflessione: ALLENIAMOCI giornalmente al valore della donazione. Quando possiamo, a chi incontriamo nel nostro cammino di vita diamo testimonianza di quanto importante sia dal punto di vista umano e sociale donare gli organi e i tessuti.

Parliamone con serenità in casa, con gli amici, nei gruppi parrocchiali anche nei luoghi di lavoro. Dobbiamo essere pronti a dire quel sì con il CUORE, perché un giorno la nostra vita potrebbe essere cortocircuitata da una disgrazia e qualcuno potrebbe chiamarci e chiederci un grande gesto di generosità ed altruismo; solo LUI può guidarci in una simile esperienza.

A fronte dell’inevitabile morte di un SEME, sta a noi creare un terreno fertile dove questo possa germogliare nuovamente e dare molto frutto.

Questo terreno si chiama DONAZIONE.

Un abbraccio

Katia Rossi

(tratto da Rivivere n.70, primavera 2022)

Katia Rossi con il figlio Matteo.

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